Alla scoperta di Domaine Alexandre Bonnet

5 min lettura

Il fascino irresistibile di Les Riceys, due giorni nel cuore della Champagne Sauvage.

Tasted by Adua Villa

Per chiunque ami lo champagne, il nome di Domaine Alexandre Bonnet risuona con una promessa di qualità eccezionale e di una storia affascinante, profondamente radicata nel cuore della regione della Champagne, in Francia, a Sud che si incrocia con la Borgogna.
Qui ho avuto l’opportunità di vivere un’esperienza esclusiva: un tour di due giorni presso il Domaine Alexandre Bonnet, situato nell’incantevole villaggio di Les Riceys.

Les Riceys, in piena Côte des Bar si distingue non solo per essere il più grande comune viticolo della Champagne con i suoi 844 ettari di vigne, chiamato anche il grande Est, ma anche per l’unicità di possedere tre diverse denominazioni di origine controllata (DOC): champagne, coteaux-champenois e rosé-des-riceys. Quest’ultimo un rosè raffinato, dal colore scarico ed estremamente elegante – inutile dirvi quanto lo abbia amato. Queste unicità fanno di Les Riceys un luogo di culto per ogni appassionato.

Il viaggio è iniziato con un caloroso benvenuto da parte dell’eclettico Arnaud Fabre, l’attuale custode del Domaine Alexandre Bonnet. Arnaud, con il suo entusiasmo contagioso, ha condiviso la visione e la missione del domaine, sottolineando l’importanza di una viticoltura rispettosa e sostenibile che valorizza ogni singola uva coltivata sulle loro terre.

Durante il primo giorno, ho esplorato il cuore del domaine, dove la storia e la modernità si fondono armoniosamente. Ho passeggiato tra i vigneti che si estendono su dolci colline, testimoni silenziosi di una storia viticola che risale all’epoca gallo-romana. La particolarità del suolo di Les Riceys, noto come Opoka, contribuisce significativamente alla distintiva mineralità e complessità degli champagne prodotti qui. Questa parte della Champagne è ricca di biodiversità grazie alla conformazione della zona stessa e alla presenza di verde e di bosco che quasi lambiscono i filari.
La giornata si è conclusa con una degustazione memorabile nella storica cantina del domaine, dove ho avuto l’onore di assaggiare una gamma selezionata di champagne. Ogni sorso rivelava la purezza e l’intensità del Pinot Nero, l’uva prediletta di questa regione, evidenziando il legame indissolubile tra il terroir e il vino prodotto.
L’approccio artigianale del Domaine Alexandre Bonnet, evita l’uso di diserbanti e favorisce la biodiversità che si riflette in ogni bottiglia prodotta, garantendo non solo qualità, ma anche un impegno verso la sostenibilità ambientale.
Una delle esperienze più significative è stata la degustazione in cantina insieme ad Arnoud.

Segnatevi tutti questi vini nella vostra TO DO DRINK:

Coteux Champenois Rouge 2021.
Sia dal colore che dal naso sembra di essere in piena Borgogna. Le vigne si trovano in una parcella in cui si coltiva vite dalla metà del 1300.

Rosé Des Riceys La Forêt 2020.
Un rosato che ricorda il colore dei Cerasuolo dell’aquilano, brillante e concentrato come quelli da interpretazione classica.
Macerazione breve e spettro aromatico che regala grande concentrazione di frutto. Un bel rosé gastronomico: finisce e non te ne accorgi.

Les Contrées Champagne rosé 2019.
48h di macerazione con il grappolo diraspato. Qui l’obiettivo è di  avere un vino strutturato e al contempo molto vinoso. Ha però un limite, se ne producono poche bottiglie.

Champagne Rosé.
Qui ci spiega Arnaud che è tutto vino base 2020.
Qui non si aggiungono vini di riserva per preservare la freschezza del Pinot nero con un’aggiunta del 6% di vino rosso.
Vinificazione più leggera con 6 giorni di macerazione, con grappolo diraspato in infusione solo per estrarre aromi e colori e non estrarre tannini. Lo scopo di questo assemblaggio è l’aroma, far vincere la frutta al naso e riconoscerne la polpa in bocca.

Champagne Blanc de Noirs.
Questa è la risposta alla domanda: cose’è uno champagne di Les Riceys. È elegante, generoso, colore “buccia di cipolla dorata”, intenso, ma allo stesso tempo un vino molto versatile. Davvero indimenticabile. Ti cattura il palato e ti entra nel cuore.100% Pinot Nero.

Champagne Blanc de Blancs.
In questa etichetta si valorizzano le uve a bacca bianca della “Côte des Bar”. Pinot bianco, con Chardonnay e Petit Meslier. Il 10% del Petit Meslier regala una parte speziata molto interessante , qui abbiamo una bolla più presente e un finale che riporta la bacca di vaniglia e un naso che ricorda l’olio di cocco. 

Champagne Les Contrées 7 Cépages.
È frutto dell’assemblaggio di Pinot Noir con Chardonnay, Meunier, Pinot Blanc, Pinot Gris, Arbane, Petit Meslier. Uve raccolte da vecchie vigne di proprietà e coltivati in una singola parcella. Vino potente e molto complesso, è come un caleidoscopio perché cambia e muta in continuazione al naso. Quello che ho appena degustato è il millesimo 2019 ed è il terzo anno di produzione. Complessità totale che intriga, insieme a una divertente cremosità che ricorda il burro di arachidi, una freschezza e mineralità che porta la firma della maison. Ah! Vi ricordo che non è uno champagne dosato ma un Nature.

Coteuax Champenois Blanc Coteaux Champenois Blanc 2021.
Concetto di spremitura di 60/80 % di Pinot nero e resto Chardonnay. In questo vino così diretto trovi l’anima del Pinot  Nero. Qui in barrique di seconda mano vengono messi sia il Pinot Nero che lo Chardonnay. Verrai invaso da ricordi di timo e concentrazioni di piccoli fiori gialli e bianchi di campo come piccole margherite e ginestra. Troverai davvero un mix fra freschezza, dolcezza in chiusura come la camomilla e la parte più complessa che vira verso la pietra focaia.

Concludendo il mio tour, non posso fare a meno di riflettere sull’impatto profondo che Domaine Alexandre Bonnet ha avuto sulla mia percezione dello champagne. Non è solo la squisita complessità dei loro vini che mi ha colpito, ma anche la passione e la dedizione di ogni persona che lavora a Les Riceys. 

Per chiunque si trovi a esplorare la Champagne, una visita a Les Riceys e in particolare al Domaine Alexandre Bonnet è un’esperienza imperdibile, un viaggio che offre molto più di un semplice assaggio di champagne. Scoprire questi Villages dal sapore medievale, con antiche chiese dalle alte vetrate, da quel gusto un po’ gotico e qualche traccia di rinascimento fanno di questa parte della zona della Champagne una meta da mettere nella vostra To Do List. Un’ultima raccomandazione: soggiornate a Les Troyes, non ve ne pentirete.

PS: Se non riuscite ad orgnanizzarvi a breve, unitevi nel viaggio cinematografico attraverso “Les Riceys en Champagne – Domaine Alexandre Bonnet”, un docu-film che si snoda attraverso diciassette capitoli narrativi, ciascuno un omaggio al terroir di Les Riceys.

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