AMARONE OPERA PRIMA 2025
100 ANNI DI CONSORZIO, UN SECOLO DI ECCELLENZA E FUTURO
Tasted by Adua Villa
“Un vino non è solo un calice, è un racconto che si tramanda, che si vive sorso dopo sorso.” E se c’è un vino che più di tutti incarna questa filosofia, quello è senza dubbio l’Amarone della Valpolicella. Ma attenzione: non è solo un simbolo della cultura di questo luogo, è un fenomeno in continua evoluzione, per esempio è un’icona nei ristoranti fine dining più prestigiosi del mondo, come confermato durante l’interessante degustazione tenuta da J.C. Viens che ci ha guidati in un viaggio dove le cucine del mondo accolgono nella loro carta dei vini l’Amarone:
- Meroni Il Velluto 2011 (Mountain Beak St, Londra);
- Ca La Bionda Vigneti di Ravazzol 2012 (Sezanne, Tokyo);
- Monte dall’Ora Stropa 2013 (Le Calandre, Italia);
- Zymé 2013 (Cenci, Kyoto);
- Buglioni Il Lussurioso 2016 (SingleThread, Sonoma Valley);
- Tezza Brolo delle Giare 2016 (Fat Duck, Londra);
- Quintarelli 2017 (Eleven Madison Avenue, NYC).
L’edizione di Amarone Opera Prima 2025, evento che celebra l’anima profonda della Valpolicella, ha visto 78 aziende produttrici protagoniste, con un’affluenza senza precedenti di più di 100 giornalisti da 26 Paesi. L’evento non è solo una vetrina per il vino, ma un vero e proprio laboratorio di riflessione sulla denominazione e il suo sviluppo nei mercati internazionali.
E poi, la celebrazione di un anniversario importante: i 100 anni del Consorzio Valpolicella, un secolo di tutela e valorizzazione che ha reso questo territorio un punto di riferimento assoluto per il vino italiano.
Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo il COSA rende la Valpolicella unica: una denominazione che si racconta attraverso grandi espressioni, che accompagnano il consumatore lungo un percorso dal vino giovane a quello dolce passando per picchi di eccellenze:
- Valpolicella DOC – È il vino giovane e vibrante, immediato, perfetto per chi vuole scoprire il territorio con leggerezza.
- Ripasso DOC – Più strutturato, un ponte perfetto tra freschezza e complessità, molto amato.
- Amarone della Valpolicella DOCG – Il simbolo dell’eleganza e della profondità, destinato a un pubblico di intenditori, appassionati e collezionisti .
- Recioto della Valpolicella DOCG – Il “nettare” della Valpolicella, un rosso passito dolce indimenticabile.
Oggi ci soffermeremo sul protagonista della manifestazione che è molto più di un vino. Dopo il suo lungo percorso lo possiamo considerare un fenomeno culturale, un’icona del lusso e della gastronomia internazionale. Possiamo dire che oggi l’Amarone sirinnova tornando alle origini vivendo un’evoluzione circolare
“Oggi il focus è sulla qualità, sulla valorizzazione del territorio e sull’equilibrio tra chi eravamo e chi siamo” ha dichiarato il presidente Marchesini.
Un esempio? Le masterclass sulle annate storiche tenuta dal Master of Wine Andrea Lonardi – Vice Presidente del Consorzio, che ci ha portato a degustare bottiglie che andavano da Amarone della Valpolicella Classico Cesari 2010 fino al primo Amarone certificato del 1950 Bolla. È stato un po’ come sfogliare le pagine di un libro antico, dove ogni sorso raccontava un’epoca diversa.
I vini che mi hanno davvero colpita sono stati:
- Amarone della Valpolicella Classico Mazzi 1997 Punta di Villa, fra i primi ad aver usato legni piccoli, questo vino rispecchia davvero uno stile contemporaneo.
- Amarone della Valpolicella Classico Cecilia Beretta 1985 Terre di Cariano. Grazie al racconto di Riccardo Pasqua abbiamo potuto scoprire la grandezza del progetto che da allora fino ad oggi ci permette di assaggiare un Amarone Cecilia Beretta 2020 pazzesco!
- Amarone della Valpolicella Classico 1975 Bertani. Questo vino necessita del suo tempo di apertura ma dopo poco percepiamo subito freschezza e vibrato che ci fanno godere un vino che ho avuto il piacere di assaggiare in passato e si conferma un ottimo investimento per il futuro.
- Amarone della Valpolicella Classico 1969 Montresor. Balsamicità, cioccolato, foglia di tabacco Kentucky invaderanno il vostro naso e il vostro palato, non perfetto data anche l’età ma indimenticabile.
- Amarone della Valpolicella Classico Riserva del Nonno 1950 Bolla. Freschezza, note citrine, arancia rossa sanguinella, un residuo zuccherino poco più alto di 1 e 12,5 gradi. La vera New Wave dell’Amarone riparte da qui!
Durante l’evento sono stati condivisi dei dati interessanti che ci fanno capire l’andamento di questo vino.
L’Osservatorio UIV ha analizzato il posizionamento dell’Amarone nei mercati internazionali. Ecco il quadro attuale:
- 2024 chiude con un -2%, ma con un recupero del +9% nel secondo semestre .
- Il 50% dell’export va nel Nord Europa, ma si punta forte su USA, Giappone e Cina.
- Il target ideale? Consumatori con reddito oltre i 100.000 dollari, amanti del fine dining e del lusso.
Inoltre il presidente del Consorzio, Christian Marchesini, ha tracciato il futuro dell’Amarone in quattro punti chiave:
- Profilazione del target – Comunicare in modo mirato ai diversi segmenti di consumatori.
- Crescita del posizionamento ICON – Rendere l’Amarone sempre più un simbolo del lusso.
- Turismo esperienziale – Trasformare la Valpolicella in una meta enoturistica di riferimento.
- Brand Verona – Legare il vino al fascino della città scaligera.
Il legame tra città e denominazione è sempre più forte, con l’Amarone che diventa un volano per il turismo enogastronomico, anche perché chi ama questo vino non si accontenta di berlo: vuole viverlo, esplorarne le terre, conoscerne i segreti.
Opera Prima non è stata solo degustazione. Il racconto del vino si è fatto spettacolo con “Amarone, epopea in Valpolicella”, la performance teatrale firmata da Andrea Pennacchi, che ha trasformato la storia del vino in una narrazione epica.