L’Altra Toscana: come una finale del Super Bowl nella settimana delle Anteprime Toscane

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Quando il Terroir incontra la Passione: un Touchdown di terroir e novità.

Tasted by Adua Villa

Nel mondo del vino, l’Anteprima L’Altra Toscana rappresenta il touchdown finale delle Anteprime Toscane, un evento che proprio come l’appuntamento sportivo americano di football per eccellenza, chiude una stagione di intense emozioni enologiche con una chiusa esplosiva. Quest’anno, a Palazzo Affari a Firenze, diciotto Denominazioni si sono passate il testimone in un gioco di squadra che ha visto oltre 350 etichette in degustazione, delineando una strategia vincente che ha portato al centro dell’attenzione le sfaccettature meno conosciute della Toscana enologica.

Qui i Consorzi di Tutela aderenti all’Associazione L’Altra Toscana hanno dimostrato che, anche in campo vinicolo, il lavoro di squadra paga. “Siamo entusiasti di vedere tanto interesse nei confronti di un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto,” afferma Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana e capofila del progetto, con la determinazione di un coach pronto a portare questo progetto in vetta.
E aggiunge: “è un modo per far emergere etichette, territori, denominazioni che non hanno nulla da invidiare ad altre denominazioni, anzi che fanno della Toscana un un un elemento enologico articolato e pieno di diversità. 
L’Obiettivo è quello di far crescere questa manifestazione per dare visibilità a questi vini.
In soli 3 anni dalla nascita de L’Altra Toscana, si sta riscontrando un interesse altissimo da parte del mercato e degli addetti ai lavori. Il tutto è molto incoraggiante e motivante per portarla avanti e farla crescere sempre di più, magari allargando un po’ di più la visibilità”.

Le degustazioni hanno messo in luce le DOP e IGP toscane, dai territori della Maremma a quelli di Montecucco, Orcia, e molti altri, in un evento dove la diversità e l’alta qualità sono state le protagoniste indiscusse. La strategia vincente? Un mix esplosivo di classico e contemporaneo, dove il Sangiovese, il Vermentino e tanti altri vitigni autoctoni e internazionali hanno giocato insieme per regalare assaggi memorabili.

Non poteva mancare un focus particolare sul Valdarno di Sopra, che dimostra come nel vino l’evoluzione e l’attenzione alla qualità siano fondamentali per raggiungere il successo.
La masterclass guidata da Daniele Cernilli ha offerto un’approfondita analisi dei vini “Vigna”, sottolineando l’importanza della vocazione territoriale e della viticoltura bio.

L’evento si è chiuso con il Premio Torrini, un riconoscimento, che celebra l’eccellenza e il talento nel mondo del vino, premiando i giovani professionisti che si sono distinti per i loro contributi alla viticoltura toscana.

In conclusione, l’Anteprima L’Altra Toscana si è confermata come la finale di un torneo, un evento che non solo celebra le vittorie già ottenute ma che guarda al futuro con la determinazione di chi sa che il lavoro di squadra, la passione e l’impegno portano sempre a nuovi e straordinari successi. Un touchdown che ha segnato, ancora una volta, la grandezza del vino toscano nel mondo.

Durante questa giornata ho trovato tante novità, produttori che si sentono di sperimentare e molte punte di qualità, inoltre tanta l’attenzione verso i territori e alle loro peculiarità. Pensiamo solo alla Doc Maremma che si estende dal mare fino ad incontrare colline tufacee e a quanto il panorama dei suoli sia così diverso per dare vita a vini con una moltitudine di profili pur rimanendo territoriali. Ma anche tanti i vitigni internazionali, che ormai sappiamo in Toscana sono stati adottati da molto tempo e hanno fatto la differenza. 

Per le prossime edizioni spero che le giornate possano diventare due data la quantità di etichette e di territori da conoscere, visto anche i numeri a supporto e cioè che l’Altra Toscana ad oggi rappresenta il 40% dell’imbottigliamento regionale toscano. Mi piacerebbe partecipare a più Master Class e Talk per dare ogni anno la visibilità che questi territori meritano, per poter iniziare a conoscere le storie di chi ha creduto talmente tanto in alcune di queste remote denominazioni rimanendo a lavorare in quei luoghi per nascita o adozione.

E se è vero che ormai la parola Toscana è un brand di qualità, questo appuntamento aiuta a confermarlo.
Qui di seguito la mia TO DO DRINK:

Azienda Gianni Moscardini 
Atteone 2022, Montescudaio Doc
100% Cabernet Sauvignon 
Questo vino che nasce in provincia di Pisa, le ha tutte per conquistare il nostro palato: è sapido, elegante con tannini dolci, di ottima struttura e estrema piacevolezza. Un mix esplosivo fra identificazione del terroir e identità del vitigno. 

Stefano Amerighi Vignaiolo in Cortona 
Syrah, Cortona Doc 2021
Grande Syrah concepito attraverso la tradizione contadina della famiglia Amerighi insieme alla passione e conoscenza del vino di Stefano, e della pratica della Biodinamica. Cloni che vengono direttamente dalla Valle del Rodano. Un vino che risulta insieme croccante e carnoso.

Sette Cieli 
Scipio 2019, Toscana Igt
Qui l’eleganza estrema del Cabernet Franc nel territorio di Bolgheri. Di questo vino vengono prodotte solo 4000 bottiglie e solo nelle annate migliori, tirate voi le conclusione se vi incuriosisce assaggiarlo.

Poggio al Tesoro 
SoloSole 2022, Vermentino Bolgheri Doc 
Annata non semplice la 2022, di grande gestione per la prolungata siccità, ma ringraziamo pubblicamente le pioggia di Agosto! Qui esplode con determinazione tutto il Terroir bolgherese che dà potenza e freschezza ai vini che nascono qui e beneficiano dei venti che salgono dal mare.

Belguardo 
Belguardo V 2022, Maremma Toscana Doc
Vermentino Superiore 
Freschezza, eleganza e mineralità sono le skills di questo vino. Le troviamo grazie al giusto convivere della tipologia del terreno ricco di scheletro e prevalenza arenaria – molto vicino al mar Tirreno – e l’identità dell’uva Vermentino che rispecchia il carattere della Maremma. Belguardo V è figlio di quattro cloni selezionati, due corsi e due sardi.

Rocca delle Macie 
L’Aja Bruciata 2022, Maremma Toscana Doc
Vermentino
5 ettari per una single vineyard, pochissime le bottiglie prodotte, oggi intorno alle 2000 bottiglie, par arrivare ad un massimo di 3.500. Per un vino atemporale ottimo sia da gustare nel suo anno di uscita che nel prolungarsi del suo invecchiamento.

E chiudo questa To Do Drink con un Sangiovese 100% dalla zona del Chianti Rufina, una delle zone più antiche per tradizione in Toscana per la produzione di vino.

Castello del Trebbio 
Vigneto Lastricato Terreaelectae 2020, Chianti Rufina Riserva Docg 
La filosofia e l’impegno che vige in un questo luogo magico dove nasce la realtà di Castello del Trebbio  è chiamata Biointegrale, che si traduce semplicemente in “come terra vuole, come stagione comanda”.
Questo Chianti Rufina Riserva nasce su terreni in prevalenza argillosi, la vendemmia è solo manuale e sulla carta può invecchiare bene oltre i 20 anni. Un vino dalla fitta trama tannica e bouquet che si evolve tantissimo nel tempo. Questo vino è uno dei tanti esempi virtuosi di produzione del Sangiovese che hanno calpestato le scene dell’Altra Toscana.

Se vi ho incuriosito, segnatevi questi vini che potrebbero disegnare la vostra tappa per conoscere questi luoghi della Toscana.

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